sabato 8 aprile 2023

Ermetismo Cristiano - Influenze Planetarie e Musicali di Pasqua

 Ermetismo Cristiano - Influenze Planetarie e Musicali di Pasqua



La Settimana Santa, punteggiata dai dettagli atroci della Passione che precede la Crocifissione, è per il cristiano il periodo fondamentale dell'opera di redenzione del Cristo. 
 
Questo evento è egregiamente dipinto nella forse non troppo famosa "Passione di Torino" - di Hans Memling, databile al 1470-1471 circa, opera conservata nella Galleria Sabauda di Torino, citata dal Vasari (uomo della illustrissima casa de' Medici, uomini assai inclini all'Ermetismo Rinascimentale), molto dettagliata ma anche molto ermetica, con l'entrata trionfale a Gerusalemme con l'asino in alto a sx, trattata nel precedente articolo, e la veste del Cristo dei tre colori della Grande Opera.

Per gli alchimisti il periodo di sette giorni della settimana di Passione è simbolicamente legato alla loro "hebdomas hebdomadum", o "settimana delle settimane", che è anche un'evocazione dei sette giorni della Creazione, così come vengono descritti nella Genesi.
 
Inoltre, prima di esaminarne le caratteristiche principali, non sarà inutile considerare taluni aspetti simbolici del numero 7; a tale scopo faremo riferimento a quella disciplina chiamata filosofia dei numeri, che fu particolarmente cara a Enrico Cornelio Agrippa (1486-1535), autore del XVI secolo, che ne definisce così le caratteristiche: "Le scienze matematiche sono così necessarie alla Magia e hanno con essa tanti legami, che coloro che si occupano dell'una trascurando le altre, perdono il loro tempo e non ne ricavano risultati apprezzabili, anzi non riescono a raggiungere mai gli scopi perseguiti. Perché tutte le cose di quaggiù sono prodotte e governate con numero, peso, misura, armonia, movimento e luce"! Come in alto cosi in basso, ci esorta Ermete nella sua tavola di Smeraldo! e allora via, vi invito a fare questo breve viaggio con me.

 



L'alchimista deve prendere esempio dal più dotato dei musicisti che si trova nell'impossibilità di seguire una partitura se il suo strumento non è correttamente accordato. Questo parallelo mi sembra alquanto eloquentemente rappresentato qui sopra, nel quale Basilio l'alchimista è posto in relazione con Ermete il musicista. La natura può intervenire efficacemente
solo se i materiali sono correttamente disposti, ed è convinto, come del resto attestato da tutte le tradizioni antiche, che l'armonia alla quale è sottomesso l'intero Universo sia regolata dai Numeri, ovvero da proporzioni rigorose. In questo dominio non si deve far altro che ispirarsi alle teorie pitagoriche e cabalistiche.
 
Gli alchimisti hanno spesso insistito sull'importanza dei pesi e delle misure che sono necessari all'armonia del loro composto e sono rigorosamente regolati dai numeri. È la teoria delle "bilance" cara a Geber . Come le note musicali sono il frutto dei rapporti tra la lunghezza e la sezione delle corde di uno strumento, cosi i materiali alchemici debbono essere dosati sulla base della loro natura e della funzione nell'ambito della Grande Opera.


L'importanza del numero 7 appare cosi in tutta la sua pienezza. "I pitagorici lo chiamano il veicolo della vita umana, perché, essendo composto di tre e di quattro, congiunge l'anima al corpo. Infatti il corpo, che è composto dei quattro elementi, ha quattro qualità e il ternario incatena l'anima
con la sua triplice forza, la razionale, l'irascibile e la concupiscibile
"

Ogni creazione divina, affermano gli alchimisti, costituisce il risultato della somma dei tre principi e dei quattro elementi. Per tale motivo, dunque, "Il settenario è soprattutto tenuto in grande considerazione dalle Sante Scritture pei suoi grandi e differenti misteri" 
 
Inoltre, il carattere di compimento e pienezza del numero 7 o dei suoi multipli ricorre in numerose tradizioni. L'Islam, ad esempio, ne ha fatto un impiego assai ampio, cosi come la Libera Muratoria, che a sua volta si è servita del simbolismo di questo numero per farne uno degli attributi del grado di Maestro. In tempi più vicini a noi, Henri La Croix-Haute, esoterista francese, precisa che: "La teologia cristiana aveva formato il settenario aggiungendo al numero della Santa Trinità quello dei quattro Elementi, per insegnare i sette sacramenti, le sette virtù (4 cardinali + 3 teologali), i sette peccati (dai quali fu esclusa la menzogna!), le sette opere di misericordia.

Le fasi della Grande Opera sono ordinate in sette gradi,
 

schema alchemico-cabalistico1, 7 fasi alchemiche, 7 metalli, 7 divinità.
 
 

schema alchemico-cabalistico2, Vitriol, 7 fasi alchemiche,7 metalli, 7 pianeti, 7 divinità
 
espressi dalle sette fasi, dalle sette aquile, e dai sette pianeti dell'Introitus di Filalete. Collegate ai sacramenti, esse sono tappe del cammino della coscienza che alla fine condurranno, per grazia divina, alla luce spirituale.

Già Filalete, nell'Entrata aperta al palazzo chiuso del Re, aveva largamente sviluppato il simbolismo di queste fasi, da lui chiamate regni, alle quali sono simbolicamente connessi dei particolari pianeti. Quanto a Fulcanelli, egli ha segnalato in una nota a pìè di pagina I'importanza del testo di Filalete, il quale afferma che ciascun "regno" viene sottoposto a uno specifico regime del fuoco, la cui indispensabile conoscenza regola la terza opera, comprendente I'insieme delle operazioni finali della Ars Magna.

Fulcanelli, e sulle sue orme Eugène Canseliet, riprenderanno questo schema specifico per illustrare ciò che essi chiamano terza opera, o grande cottura.

Dopo la prima opera che ha per scopo il ritrovamento della prima materia, Il Mercurio ed il Leone Verde, di cui ho parlato qui, qui e qui, e la seconda opera, che ha come scopo la riunificazione dei due principi, la Natività Ermetica, il Rebis, la cosa doppia, di cui ho parlato qui, la terza opera consisterebbe nel nutrire e far crescere il summenzionato composto, con l'accortezza che l'ignoranza sul modo di "cuocerlo", un calore eccessivo, o un fuoco insufficiente sarebbero le cause della rovina dell'Opera. (Canseliet).

L'abbondanza di calore conduce, secondo alcuni trattati, a "bruciare i fiori": non è un errore lieve, ma può essere commesso facilmente.  Questa fase è chiamata talvolta "gioco da bambini", ludus puerorum, e "lavoro da donne", opus mulierum, poiché non richiede uno sforzo particolare, se non la perfetta regolazione del fuoco, che è il vero segreto non svelato.

 
Salomone Trismosino, nel suo Splendor Solis risalente al 1582, ha dedicato due tavole allegoriche a questo particolare simbolismo. Si può quindi affermare che la conoscenza dei regimi del fuoco è l'ultima difficoltà che il manipolatore deve affrontare. 

Ma quelli che in alcuni testi vengono chiamati fiori dell'Opera sono in realtà i colori, rappresentati anche con le divinità dell'Olimpo. Questo è ben visibile nei due schemi alchemico-cabalistici allegati a questo articolo. Fulcanelli spiega la necessità di questa scelta là dove afferma: "Ad ogni regime, i filosofi hanno attribuito una divinità superiore dell'Olimpo, ed anche uno dei pianeti celesti la cui influenza si esercita parallelamente alla loro, nel medesimo tempo della loro dominazione.

Secondo l'idea generalmente diffusa tra gli alchimisti, ci spiega Fulcanelli, pianeti e divinità sviluppano la loro potenza simultanea secondo una gerarchia invariabile'". Alla mitologia, pertanto, è necessario innanzitutto fare appello per evocare simbolicamente la cottura finale, e poiché anche ciascun giorno della settimana corrisponde a un pianeta, e quindi a una divinità dell'Olimpo, si può simbolicamente parlare della "settimana delle settimane", hebdomas hebdomadum, che quindi a sua volta i filosofi cristiani posto in parallelo con la Settimana Santa della liturgia cattolica.

Le parole di Fulcanelli si riferiscono a una teoria sostenuta da alcuni cultori dell'astrologia: quella di un influsso unico e diretto dei pianeti sulla vita terrena. Di fatto, senza negare che essi possano essere dotati di una "vita" particolare che è loro propria, si può comunque ammettere che i pianeti, in virtù della loro posizione, rendano manifesti degli influssi di tutt'altra natura. Tale concezione, del tutto soddisfacente sul piano intellettuale, parte dal principio che nell'universo tutto si corrisponde e che i segni visibili sono manifestazioni di influssi invisibili. Tutto accadrebbe, quindi, come nel meccanismo di un orologio: la rotazione di un ingranaggio provoca quella di tutti gli altri. È chiaro che il movimento del meccanismo è unico, e che esso determina, ad ogni istante, la posizione di tutti gli ingranaggi. La forza di trasmissione che anima l'orologio -l'energia vitale dell'universo - è l'opera di una sola molla, e non degli ingranaggi stessi. Analogamente, gli influssi astrali non sono unicamente "planetari", ma sono resi manifesti dalle posizioni dei pianeti che ne esprimono le qualità. Di fatto sono le manifestazioni, su una certa scala dell'universo, del movimento del Primo Motore. In effetti, "se tutto ciò che è mosso lo è per l'azione di qualcosa, di motore in motore si arriva a un primo motore, che Aristotele identifica con Dìo'",
che l’India chiama da millenni "Brahaman", la cina "Tao", i platonici "Anima Mundi", i cristiani "Logos" e che la scienza contemporanea chiama “campo unificato primordiale”, “campo cosmico dei campi”, o "Armonia Cosmica".
 
Qui si deve per forza aprire una parentesi su questo argomento sconfinato, rimanendo questa volta, da musicista, solidamente ancorato alla sublime corrispondenza tra questo Primo Motore Immobile e le universali e sottili leggi che emana, frattaliche, e musicali, matematiche geometriche, sacre per tutte le antiche Tradizioni.

 
Non c'e' bisogno di invocare maghi e alchimisti per collegare  l'armonia delle sfere celesti, il suono ed il microcosmo umano.
 
Il sublime incipit del Vangelo Secondo Giovanni:
 
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio...
 
... la vibrazione primordiale "OM" come concepita dalla antichissima cultura Vedica Indiana:
 

e la massima di Nicola Tesla, padre della elettricità moderna: “Se vuoi scoprire i segreti dell'Universo, inizia a pensare in termini di energia, frequenza e vibrazione” bastano quasi da soli come autorevoli citazioni per intuire che alla realtà invisibile l’uomo tradizionale accede, tra le altre vie, attraverso la
musica. Egli sa che tutto vibra, che tutto è musica. L’etnologo Jean Servier constata quanto segue:
L’uomo dell’Invisibile, qualunque sia il suo nome, raggiunge il cielo attraverso una corda vibrante. Egli possiede il segreto della vibrazione creatrice e sa, in fondo alle banchise dell’artico o delle savane dell’Australia, che il mondo è vibrazione" […]. Tutti gli strumenti musicali sembrano essere
stati anche mezzi per accedere all’armonia segreta del mondo
”. La corda vibrante è quella dell’arpa, della lira, della citara, strumenti che simboleggiano, nella Grecia antica e altrove, l’armonia cosmica.  
Musica è "arte delle Muse", che si dilettano ad ideare e produrre suoni con melodia, armonia e ritmo. E questo famoso cartone animato "Paperino Nel Mondo Della Matemagica" del mitico rosacroce Walt Disney, ci illustra questo complessissimo argomento con una velocità e potenza comunicativa tali che nessun testo potrebbe fare meglio:
 


I filosofi ermetici, che rappresentano a mio giudizio la quintessenza di tutte le arti e di tutte le scienze, disegnano il primo motore nel seguente modo pittoresco (il triangolo al centro, la prima materia, il Mercurio):
 


schema alchemico-cabalistico3, corrispondenze alchemiche della grande opera.

A passeggio nella Storia, verifichiamo poi come questi concetti sono solidi nella cultura occidentale.
Secondo la tradizione Pitagora avrebbe per primo udito la sinfonia planetaria, riconoscendo la somiglianza tra i suoni delle sfere celesti e quelli dei colpi di martello sull’incudine.
 
(Pitagora come rappresentato da Raffaello nel celebre affresco "Scuola di Atene" all'interno della "Stanza della Segnatura" in uno dei palazzi apostolici Vaticani)
 
Servendosi di un monocordo avrebbe inoltre determinato i rapporti numerici corrispondenti alle consonanze musicali: 1/2 per l’intervallo di ottava, 2/3 per la quinta e 3/4 per la quarta.
 


Il mondo greco assimila il cosmo ad una scala musicale ove i suoni più acuti sono assegnati a Saturno e al Cielo delle stelle fisse. Il Sole è indispensabile per la realizzazione dell’armonia poiché corrisponde alla nota centrale che congiunge due tetracordi, ossia due scale composte ognuna da quattro suoni. 
 


Secondo Tolomeo, la perfezione armonica dei cieli si riflette nelle tre consonanze interne al cerchio dello zodiaco, nel quale le proporzioni musicali scaturiscono dal rapporto tra gli archi sottesi al diametro, corrispondente, all'intervallo di ottava, ai lati del triangolo, corrispondente alla quinta, e del quadrato, corrispondente alla quarta, confermando Pitagora.


Nel Medioevo, l’armonia delle sfere celesti trova pieno appoggio nel Salmo 18, che recita: "I cieli cantano la gloria di Dio e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento". Dio, si afferma, ha creato l’universo grazie all’intreccio di matematica, geometria e musica, riconosciute come “la triade sapienziale”.  
 

 
Nel Cinquecento la chiesa Cattolica comincia a venerare Santa Cecilia e la elegge “patrona dei musicisti”, sebbene la celebrata martire romana forse non sapesse neanche suonare, e anche Raffaello, per il quale Dio resta Geometra e Musico supremo, nella sua Estasi di Santa Cecilia, raffronta la perfezione musica celestiale degli angeli con la caducità e l’imperfezione della natura umana, che si deduce dalle canne che stanno per cadere dall’organo tra strumenti rotti. Tra questi ultimi giacciono i simboli dell’astrologia: a sinistra, il triangolo (il trigono, aspetto astrologico benefico), su cui vi è un flauto diritto (l’opposizione, aspetto malefico); a destra, dei tamburelli e piatti (la congiunzione, aspetto benefico).

Sul frontespizio dell'opera “Musurgia universalis, sive ars magna consoni et dissoni” del frate gesuita Athanasius Kircher (Geisa, 1602 – Roma, 1680) agli angeli è affidata l'esecuzione di un coro a 36 voci, che celebra l'armonia celeste e la struttura armonica della creazione. 
 

Secondo Kircher, la nascita armoniosa del mondo ha origine da un organo cosmico.
 

 
Kircher, tra l'altro è consulente del pontefice Alessandro VII, della famiglia senese dei Chigi,  che ha commissionato lo splendido rifacimento seicentesco della Cappella del Voto del Duomo di Siena, e non credo sia un caso la completa disposizione dei colori alchemici come da definizione di Paracelso, che vedremo più avanti.
 
L'armonia delle sfere assume con Keplero un carattere più marcato. 
 

Egli osserva le orbite ellittiche descritte dai pianeti con diverse velocità e distingue pianeti lenti e pianeti veloci. 
 

Secondo la sua teoria, ogni pianeta produce una musica durante il suo moto di rivoluzione, il cui suono più grave corrisponde alla velocità minima percorsa e quello più acuto alla massima. Il pentagramma non è altro che la struttura armonica del cosmo: l'ampiezza degli intervalli (tra la nota più grave e quella più acuta) è direttamente proporzionale all'eccentricità dei pianeti, ossia il rapporto della distanza tra i due fuochi.
 


A fine Rinascimento, il teosofo e alchimista inglese Robert Fludd rappresenta un monocordo in cui le sfere dei quattro elementi, dei pianeti e degli angeli sono disposte verticalmente, in una sorta di ordine gerarchico, mentre la mano di Dio accorda lo strumento.
 
 
Con questi presupposti, torniamo a concentrarci  sul lavoro delle ultime fasi dell'opera del nostro alchimista cristiano, che resta rigorosamente vigile nei confronti dell'attività che ha luogo nell'Uovo Filosofale sottoposto alla cottura finale, splendidamente rappresentato anche dal "Concerto dentro l'uovo" del grande artista ermetico fiammingo Hieronymus_Bosch
 
 
 
Gli alchimisti attestano che i sette "regni" o "regimi" alchemici si succedono, da Mercurio a Sole, in armonia con i colori del prisma. In definitiva si tratta di prendere in considerazione una catena simbolica che comprende i colori, i metalli, i pianeti, le divinità dell'Olimpo, i giorni della settimana, nonché le note musicali della gamma cromatica ed i chakra dell'essere umano; tale catena, anche in occidente, è posta sotto l'egida del numero 7. 


"Il colore rosso significa sangue e fuoco; il giallo bile e aria; il bianco flemma e acqua; il nero melancolia e terra. Questi quattro colori sono i quattro elementì'", Questa citazione, ispirata dalla teoria medica degli "umori", conferma ancora una volta le importanti differenze simboliche tra un autore e l'altro. Per Arnaldo da Villanova i colori nero, bianco e rosso corrispondono alla terra, all'acqua e al fuoco, mentre per altri autori essi si riferiscono ai tre principi del sale, del mercurio e dello zolfo.

Ma c'e' anche chi dice, come Paracelso: "Ogni elemento ha un suo colore: la terra è azzurra, l'acqua verde, l'aria gialla, il fuoco rosso; poi vi sono altri colori casuali e commisti, appena riconoscibili. Ma tu bada con cura al colore elementare che predomina, e giudica secondo quello ", e questo conferma il fatto che ciascuno possiede una sua griglia di lettura.  Adesso tornate a vedere i colori della Cappella del Voto a Siena e troverete una simpatica corrispondenza.
 
Comunque la base comune, assai sorprendente, è che pare proprio che: "Nel periodo di primavera, tra l'ariete ed il toro, una "misteriosa" forma di energia, sconosciuta alla scienza attuale, verrebbe "catturata" e messa in "Opera" dagli alchimisti. Tale energia, per quanto potente, dev'essere qualcosa di semplice, poiché un gran numero di uomini nel corso del tempo hanno avuto la possibilità di captarla, e la Natura la mette certamente a nostra  disposizione nel modo più spontaneo. Questa energia innominata agirà nel corso del Magistero chiusa ermeticamente nel "vaso" grazie alle cure e al savoir-faire degli adepti e, legata alla materia stessa, possa proseguire la sua azione, favorita da un isolamento correttamente dosato e facilitata da un'accorta esposizione alla luce lunare. È importante che il fuoco esterno mantenuto dall'alchimista sia adattato, nel corso delle determinate fasi del Magistero, al fuoco interno che ora tace, ora si dispiega" . 
(Jean Zafiropu1o e Catherine Monod - Sensorium Dei dans l'Hermétisme et la Science)

 
Nel Mutus Liber, nella tavola 4 vediamo due animali, l'Ariete e il Toro che non solo indicano la stagione nella quale raccogliere la rugiada nei campi, ma anche come questa rugiada si formi nell'Alchimista (infatti i due animali non sono dipinti come costellazioni nel cielo ma come animali che poggiano le zampe sul terreno). Ariete è simbolo di Marte, mentre il Toro di Venere. Desiderio (venere) e Volontà (Marte) orientati ed al servizio di quell'Uno di cui in ciascuno esiste una piccola scintilla.  Si noti che il Toro è a Destra e l'Ariete a Sinistra, come a suggerire che la vera parte attiva deve essere l'Amore e il Desiderio di servire, e la Volontà è l'esecutore.
 
Anche Canseliet, che ha lungamente dissertato sulla "settimana delle settimane", nel capitolo XIII della sua opera L'Alchimia spiegata sui suoi testi classici", afferma di conoscere perfettamente quest'ultima parte della Grande Opera, per averla tentata senza successo diverse volte, e precisa che era inciampato sull'ultimo gradino della "scala dei saggi" per ragioni "indipendenti dalla sua volontà: 
 
"le notti di primavera non offrivano più la garanzia di un cielo senza nuvole per tutta la durata di questa operazione, ciò che, a sua detta, costituisce un'esigenza imprescindibile. Si ritrovano qui le caratteristiche del procedimento caro a Fulcanelli, già menzionato: vi sarebbe una stretta dipendenza tra i materiali, le posizioni planetarie e gli influssi esteriori veicolati dalle onde"
 
Eugène Canseliet, dal canto suo, ha affermato che i differenti stadi dell'ultima cottura sono caratterizzati da una nota musicale che corrisponde agli intervalli della gamma cromatica. Anche se viene precisato che questa asserzione non è corroborata da alcun testo classico, di fatto, alcuni autori hanno definito l'alchimia come arte della musica,  in virtù dell'armonia che ne deriva e dei simboli particolari che tale appellativo permette di evocare; nessuno di loro, però, ha mai segnalato che la cottura finale sia punteggiata da note musicali, né vi è mai stata fatta alcuna allusione. Pertanto si comprenderà facilmente
la legittima sorpresa suscitata negli appassionati di alchimia allorché Eugène Canseliet, nell'Alchimia spiegata sui suoi testi classici, pubblicato nel 1972, evocò tale fenomenologia. Da parte sua, lo storico si limiterà a constatare con prudenza che il caso di Eugène Canseliet è assolutamente unico. L'alchimista di Savignies fondava la sua tesi sul fatto che quella gamma i cui suoni si succedono per semitoni viene chiamata "cromatica", e che essa, per ciò stesso, ha un certo rapporto con i colori della "grande cottura". Per il musicista, è un fatto ben noto che l'alterazione di una nota viene considerata come un "colore".
 
Leggiamo un passaggio delle operazioni del Canseliet, da una sua epistola riportata sul suo testo "L'alchimia spiegata sui suoi testi classici" e leggerete con me alcuni passaggi quantomeno curiosi:
 
 21 maggio 1951

Carissimo,
La grande cottura prosegue senza ostacoli, con la regolarità di un orologio e in una maniera apparentemente così semplice e facile, che io non posso cacciare il timore che non si verifichi da un momento all'altro qualche catastrofe che venga a distruggere tutto e a farmi pagare caro, con una brutale disillusione, queste ineffabili ore di speranza sovrumana e di intensa felicità.

Quale prodigiosa "armonia" è questa operazione, quale soave "poesia" anche, dove il vocabolo greco rivela senza ambagi l'essenza non sol- tanto astratta e metafisica, ma anche positiva e scientifica: Poiesis, "confezione, esecuzione, operazione".

Nessun dubbio ormai, vecchio mio, e se Dio lo vuole, stasera ne avrò la conferma, il "nero" dura 6 giorni e l' "hebdomas hebdomadum" degli Adepti è realissima, ed è conclusa dal 7° giorno, quello del riposo. Nel corso  di quest'ultimo si devono succedere rapidamente le due tappe del bianco e del rosso, certamente con quell'assenza di ogni difficoltà che ci ricorda la quiete della domenica o "giorno del signore". Cosicché stasera dovrei sentire la nota che chiude l'ultimo giorno del lavoro, cioè la 6º, contemporaneamente alla serie sonora il cui crescendo si è presentato al mio orecchio altrettanto sicuramente sensibile della progressione graduata del peso e del calore nel loro costante sincronismo. Ecco i pesi rilevati nello stesso istante in cui si faceva sentire ciascuno dei leggeri sibili (+ compreso):

RE           MI           FA          SOL       LA          SI
336,65    354,8       368,6     369        423,5      440,60

Attualmente mi tengo a 500° per quanto me lo permette al meglio pos- sibile il mio eccellente pirometro, le cui divisioni però vanno di 20 in 20. Tuttavia l'apparecchio è molto preciso, poiché il composto non ne soffre; la sua crosta protettrice è immutabile e non si solleva, nonostante l'enorme aumento di peso attualmente già passato a 440,6. Noto che gli intervalli sonori non sono rigorosamente 24h, che variano da 10 a 12 minuti, come verifico sul pendolo della sala da pranzo che è molto esatto. Questo mi sembra particolarmente singolare."
 
La hebdomas hebdomadum, nella sua apparente facilità di esecuzione, sembra nascondere la difficoltà che l'alchimista alla lunga può incontrare, senza peraltro riuscire a superarla. L'esempio di Eugène Canseliet è quanto mai significativo. Egli ha spesso affermato che il compimento dei lavori esige, con assoluta esattezza, quando nelle sublimi giornate limpide primaverili le forze cosmiche celesti sollecitano e si incontrano con le forze rigenerative terrestri,  si verifica una "assistenza costante della natura" durante sette lunghi giorni, un'assistenza che si traduce in un cielo sereno per tutto il tempo della dolce maturazione, come abbiamo già segnalato. Ciò gli permise di scrivere: "Bisogna attendere e meritare il grande miracolo; tenersi pronto, ogni primavera, a utilizzare l'imprevedibile settimana delle settimane - hebdomas hebdomadum - in cui eccezionalmente il lavoro dell'uomo e quello della Natura si incontrano".

Wow... sconvolgente!  Se poi, da scarsi filosofi (che avrebbero velato i concetti esoterici), traduciamo regime di fuoco con "specifiche pratiche di meditazione, respiro e preghiera", e consideriamo che ad ogni chakra della tradizione, corrisponde un fiore,  riusciamo forse a tirare le somme, come anche attestato in chiaro, se ce ne fosse ancora bisogno, dalla tavola 14 del Mutus Liber

 
Ma ritorniamo alla lettera: quanto di materiale o concreto  ci sia nella lettera del Canseliet e quanto di allegorico, metafisico... nessuno lo sa.

I "Sofisti" e "soffiatori" dell'alchimia operativa (come venivano chiamati dai veri filosofi gli alchimisti materialisti di basso livello che perseguivano solo le operazioni di laboratorio)  diranno che Canseliet tentava veramente di creare l'oro in laboratorio, aiutato dalla favorevole astrologia primaverile.
I mistici dell'alchimia spirituale interiore avanzeranno invece che lo scritto di Canseliet è tutto allegorico e le operazioni intraprese sono tutte da intendere mistiche, meditative ed interiori.

A me piace, come sempre, la temperanza,  e facilitato dalla perenne e duale corrispondenza tra il macro ed il micro, l'alto ed il basso, il cielo e la terra [Ermete Trismegisto docet], mi sento di affermare che tutti e due le versioni corrispondono a due livelli diversi della medesima verità, sempre con le dovute cautele. Le discrepanze, in alchimia come nelle dottrine metafisiche, avvengono quando si vuole essere tropo "precisi" in contesti dove la precisione non è nè possibile nè necessaria. Nel contesto di questo articolo ne abbiamo un esempio lampante.

Mi ripeto: la corrispondenza delle forze macrocosmiche con quelle microcosmiche interiori dell'uomo è un fatto oggettivo, assodato ed attestato in tutte le culture Tradizionali Antiche (è impensabile avere dubbi su questo), ma quando vogliamo mettere nero su bianco le corrispondenze, specificandole con precisione, tipo come hanno fatto autorevoli correnti filosofiche, tipo questo schema, che è bellissimo per capire...

 

ma rischiamo di non accontentare tutti o di cadere parzialmente in contraddizione con qualche altra dottrina antica, esempio la Tradizione Vedica Indiana, 

 

destando oltretutto il risveglio dei detrattori materialisti di ogni genere e sorta, che oggi dilagano, che usano questi disallineamenti per gettare discredito sulle culture filosofiche e portare avanti le loro presunte idee di laicità. In periodi come questo, in cui il mondo declina sempre più verso lidi caotici e e diabolici, questi boomerang non ci fanno bene.

E poi ce lo spiegano anche gli alchimisti, che i dettagli, nella loro dottrina, non sono cosi importanti e proprio in questo aspetto dei colori, dicono: "Fratelli, non attenetevi troppo ai colori! Cercate senza scoraggiarvi, perché qui come in altri punti oscuri dovete compiere un grande sforzo. Avete letto certamente in diversi punti dei vostri libri che i Filosofi parlano chiaramente solo quando vogliono allontanare i profani dalla loro Tavola rotonda. Le descrizioni che danno dei loro regimi, cui attribuiscono colori emblematici, sono di una chiarezza estrema. Dovete perciò concludere che queste osservazioni, così ben descritte, sono false e chimeriche. I vostri libri, come quello dell'Apocalisse, sono chiusi da sigilli cabalistici. Dovete spezzarli uno ad uno. Il lavoro è duro, lo riconosciamo, ma a vincere senza pericolo si trionfa senza gloria.  Riflettete, ricorrete all'analogia, e soprattutto non allontanatevi dalla semplicità naturale."


Il saggio insegue sempre la natura, come ricorda anche l'emblema 42 della Atalanta Fugiens. E questo mi sembra la migliore raccomandazione da seguire quando ci si approccia queste discipline.

Buona e Santa Pasqua a tutti!

 Fabio

 

p.s. per gli appassionati/curiosi/interessati:

- questo video spiega molto bene l'opera di copertina "La Passione di Torino".

- sarò ben lieto di organizzare gratuitamente sessioni e conferenze sull'Alchimia per entrare più nei dettagli di questa Arte Tradizionale millenaria.

 

fonti letterarie:

La via dell'alchimia cristiana - Severin Batfroi

le Dimore Filosofali - Il Mistero delle Cattedrali - Fulcanelli

Alchimia - Spiegata sui sui testi classici - Canseliet

Wikipedia

Vari articoli linkati sul testo.

 

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie del commento! che sarà verificato prima di essere pubblicato. Ti risponderò appena possibile.

Ermetismo Cristiano - Influenze Planetarie e Musicali di Pasqua

 Ermetismo Cristiano - Influenze Planetarie e Musicali di Pasqua La Settimana Santa , punteggiata dai dettagli atroci della Passione che pre...