sabato 1 aprile 2023

Ermetismo Cristiano - La bellezza del Somaro nella Domenica delle Palme

Ermetismo Cristiano - La bellezza del Somaro nella Domenica delle Palme


Se la Palma cristiana, che ha stessa simbologia dell'Olivo, è noto simbolo di rigenerazione, resurrezione, elevazione spirituale, in questa Santa Domenica delle Palme (per la quale rimando per adesso i più curiosi a questo bell'articolo), va segnalata una caratteristica che si riferisce alla costante associazione dell'asino, del Cristo e della Palma stessa, triade che si manifesta già in occasione della fuga in Egitto. Sacri simboli della liturgia Cattolica in questo giorno particolare, trovano la loro collocazione, grazie agli alchimisti cristiani, nello svolgimento della Grande Opera. Ma andiamo per gradi. Il simbolismo dell'Asino è un pò meno scontato, e oggi mi voglio soffermare su questo ambiguo animale. Ma è davvero quella cocciuta bestia, simbolo dei bassi istinti umani? non sono mica convinto... vediamo un pò..

 


 



 


L'asino, per secoli è stato il fedele compagno dei nostri antenati contadini, e, in tutto il  mediterraneo, il loro simbolo; lavoratore infaticabile per antonomasia, buono, mansueto e gentile, consuma il minimo indispensabile; nonostante non fosse veloce come il cugino maggiore, il cavallo, il suo essere più robusto e  molto resistente capace di muoversi  agilmente sul terreni difficili con  pesanti carichi e suo mantenimento meno  costoso ne determinarono la diffusione  nel corso dei secoli.
 

L'immaginario collettivo e' un pò meno clemente, e scheda l'asino come poco intelligente a causa della sua ostinazione, ed ecco che diventa simbolo e immagine negativa in ambito scolastico. 
 


Ma la sua testardaggine è la sua indole naturale. L'asino in caso di pericolo non corre; si  punta istintivamente, riprendendo il  cammino solamente dopo aver riflettuto  sulla totale assenza di pericolo.
La sua memoria di ferro lo mette al sicuro dai pericoli, ed ecco infatti l'asino si lega in modo particolare al proprio padrone, mostrando diffidenza verso gli  sconosciuti.
 


La frase “avere la bellezza dell’asino” definisce in modo scherzoso un giovane di aspetto fresco e attraente, dovuto con evidenza, però, alla giovane età e destinato quindi a svanire in pochi anni. Una bellezza grezza quindi, acerba.Vedremo che tutto torna.
 

Nel bellissimo film La bellezza del Somaro (2010).. le intriganti, autentiche, ingenue, ruvide, veraci e stravaganti storie amorose e la psicologia dei personaggi sono centrali.  Tutte caratteristiche asinine.
 
 
Fortunatamente, oggi sappiamo quanto questi animali siano preziosi e dopo esser stati soggetti di favole, storie, canzoni, film e cartoni in cui volano e parlano, sono diventati dottori in grado di curarci e regalarci benessere. Si chiama onoterapia, un tipo di terapia assistita, grazie alle caratteristiche di questo straordinario animale.


Ma non è tutto, infatti il latte d'asina è il latte animale più affine al latte umano, e quando l'infante manifesta allergia al latte vaccino, il latte d'asina è un validissimo sostituto. Io l'ho provato personalmente. E' tra l'altro buonissimo.
 
Le culture antiche citano e rispettano l'Asino per le sue caratteristiche di messaggero forte e stoico. Gli indioeuropei dell'Anatolia addiruttura venerano l'Asino per la sua saggezza e regalità, caratteristiche che si credevano concentrate nelle lunghe orecchie, simbolo e non solo della sua connessione con il cielo.
 
Sileno ubriaco sul suo asino, spesso ubriaco anche lui, è soggetto così divertente che
a partire dalla ceramica greca a figure nere (VII secolo a.C.) grandi artisti gli hanno dedicato ritratti.

 

Ma in india un asino è un Demone e nell'antico egitto un asino era il simbolo della divinità del caos  primordiale Set, che si contrapponeva a Osiride, Dio del sole.  In altre culture l’asino rappresenta la sensualità ed i bassi istinti dell’uomo, un animale malefico, figura  di morte, della stupidità, e della follia. Tutte caratteristiche ovviamente da prendere in senso allegorico, iniziatico. Uno stato inferiore. "grezzo", come vedremo, da raffinare, proprio usando le virtù, proprie di questo animale.
 


Curiosità: gli Onocentauri, affini ai Centauri, possiedono una duplice natura, umana e selvatica, con la parte inferiore del corpo da asino. Sono considerati il simbolo della lussuria maschile e come falsi adulatori delle persone a loro vicine.  

Nella bibbia l'asino è il primo quadrupede cui  si parla nella scrittura (genesi  12,16), e verrà successivamente nominato ben  150 volte. Anche qui carico di simbologie, lavoro,  disponibilità, mansuetudine,  pazienza, a volte  anche di cocciutaggine e perseveranza nell'errore, ma anche amore per la solitudine, come  per il monaco eremita, ed in generale la parte  istintuale della natura umana che l'uomo è chiamato a integrare a  dominare.


In "numeri 22", l'asino di Baalam  è molto intuitivo ed individua prima del suo padrone la  presenza dell' angelo di Dio sulla strada. 

Nel nuovo testamento come tutti sanno c'e' l'asinello con il bue a riscaldare gesù  bambino appena nato (ogni elemento della natività è un simbolo da leggere a diversi livelli; i più curiosi possono iniziare ad approfondire qui), mentre giuseppe colloca sull'asino maria e il  piccolo gesù nella fuga di egitto.

Come protagonisti del presepe, Daniel-Rops ritiene che i redattori degli apocrifi: "si sono forse ricordati di due brani della Scrittura: 'Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone' (Isaia, I, 3)  

Non ultimo certamente per importanza, l'asino viene scelto per essere la cavalcatura del Cristo per il suo ingresso in Gerusalemme. E questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta Isaia: 'Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re viene a te, mite, seduto su un'asina, con un puledro figlio di bestia da soma'" (XXI, 4-5). Ancora, un messaggeroHop Hop Somarello di Paolo Barabani - un brano presentato al festival di Sanremo 1981, celebra modernamente questo evento biblico con un simpatico andamento pop.

Nel capolavoro di Giotto (qui sopra; Cappella dei Scrovegni, uno scrigno di tesori), se osservate bene, il docile e simpatico animale ha il manto grigio chiaro, il ventre bianco e sulla groppa si intravedono delle linee nere. Si tratta dell’asino appartenente alla cosiddetta “razza dell’Amiata". Originaria del Mediterraneo orientale, ma molto diffusa in Italia, soprattutto in Toscana, ecco perché si chiama così.

Questa razza reca sul dorso una CROCE DI SANT’ANDREA NERA. Ecco cosa sono le linee scure visibili sull’animale affrescato. Mhm, intrigante, scopriremo dopo alcune cose interessanti.

Nel romanzo latino del II secolo dc.  "Le metamorfosi di Apuleio" (guardacaso) o l'”Asino d’oro”, originalissimointeressantissimo, nel quale "Lucio" (che suona molto intimamente con la Luce, di Dio, dico io) si ritrova vittima di sortilegio che lo fa diventare un asino, portando in scena la degradazione dell'anima dell'uomo, che dopo tantissime  peripezie che riusciranno a farlo crescere e maturare, riuscirà alla fine a recuperare la forma e condizione umana, liberata, elevata e rinnovata. La trasformazione in Asino è foriera di rigenerazione, una via, un messaggero.

Non vi sembra, concettualmente, quello che accade a "Pinocchio", prima di diventare un bambino vero? (Sublime Collodi, nel suo romanzo iniziatico di ispirazione massonica, travestito da favola per bambini)

Un'altra bella curiosità, prima di passare alle cose serie.


L'apparentemente bizzarro "Orfeo crocifisso", antico manufatto di epoca paleocristiana, databile tra il III e IV secolo d.C.,  raffigura una insolita crocifissione con incisi i nomi in greco di Orfeo e Dioniso (Orpheus Bakkikos). Nei primi secoli i cristiani tipicamente davano l'epiteto di "Orfeo" al Cristo, e quindi assimilarlo ai culti pagani più antichi, come un novello Mercurio.
 
 

Se consideriamo che nel suo trionfo Bacco/Dioniso cavalca un asino (che con i suoi ragli permise di mettere in fuga i nemici nella mitologica guerra contro i giganti),  la cavalcatura di Cristo sull'asino alle porte di Gerusalemme adesso ci appare più chiara quindi anche da un punto di visto sincretico, lasciando intravedere che forse il Cristianesimo era molto di più e tanto diverso da come noi oggi lo conosciamo. Ancora una volta l'Asino ha doti messaggere.


Tra parentesi, anche Vulcano/Efesto, uno degli altri più illustri ministri mitologici greco-latini delle forze [guardacaso], terrestri, infere (materiali, grezze, potremmo dire, ci servirà più avanti), cavalca un asino!

Per Sant'Ambrogio l'asino assume una dimensione umile e positiva: «Noi tutti cristiani siamo gli asinelli del Signore, lieti perché portiamo i suoi misteri». Gregorio Magno nel commento a Giobbe: «Possedere asino vuol dire regolare i pensieri semplici dentro di noi: è vero che non sono capaci di correre con sottile intelligenza ma, quanto più camminano quasi con pigrizia, tanto più portano i pesi dei fratelli con mansuetudine. E difatti ci sono alcuni che non capiscono le cose elevate, ma si abbassano umilmente ai lavori manuali. Nelle asine, dunque, animale pigro sì, ma dedito a portare pesi, bene intendiamo i pensieri semplici, perché se riconosciamo la nostra ignoranza, più facilmente sopportiamo i pesi degli altri».
 
Nascono storie e favole con gli asini protagonisti. Nella favola "l'asino e il lupo", l'asino ha la meglio sul canide , come da copione. Ci porta un messaggio educativo.

L'asino dunque ci ricorda, come un messaggero,  il lavoro umile e pesante (ma proficuo)  che ogni uomo è chiamato a fare sulla propria materialità per essere  trasformato in uomo nuovo, o, per dirla alla Dante, per accedere alla "Vita Nova"; uomini rinnovati, docili allo spirito, misericordiosi; servizievoli verso i nostri fratelli e sorelle.


Nel medioevo, era simbolica per antonomasia, la figura dell’asino ha significati generalmente negativi. Alla concezione dell’asino come campione di umiltà e mitezza, si sovrappone quella  dell’ignoranza, ancora oggi persistente (da Pinocchio di Collodi al detto popolare “essere un asino”), nonché quella della pigrizia e della testardaggine.  Questo si vociferava: "L’asino ha orecchie lunghe che a nulla gli servono se non per essere associate dagli uomini all’insipienza; lo sguardo è sempre per terra ed assume anche la pessima fama di bestia dedita alla lussuria", anche se alcuni bestiari medievali sottolineano la mansuetudine di questo  animale. 
 
Comunque si notano anche simbologie curiose, specialmente nell'arte sacra.  Una delle immagini più frequenti nell’arte romanica è l’asino con la lira (o meglio con il salterio).
 

 Asino con la lira, portale della chiesa di Saint Pierre de la Tour, Aulnay

Chiesa di Notre Dame, Chartres: asino musicante e angelo che sostiene la meridiana

Una favola di Fedro racconta di un re e una regina che non potevano avere eredi; a forza di pregare gli dei, finalmente la regina dà alla luce un asinello, che viene educato e istruito come futuro re. Asinarius, questo il suo nome, amava in particolare la musica e cantava accompagnandosi con la lira. Un giorno, specchiatosi in un fiume, vede tuttala sua bruttezza e decide di partire. Nelle sue peregrinazioni finisce con l’innamorarsi di una principessa, che riuscirà a conquistare proprio grazie alle sue doti musicali. La notte delle nozze, Asinarius toglie la pelle d’asino che lo ricopre e si trasforma in un bellissimo giovane, finendo col regnare in entrambi i reami. E ci risiamo! il passaggio dalle virtù asinine sembra essere molto importante!
 
 

Bellissimo il manifesto, mooolto ermetico,  " L'Asinaria - allegoria della Stupidità" di Michele Lucchese  - 1564 - , collegato alla omonima commedia latina di Plauto, che non possiamo ridurre alla semplice stupidità di questi animali.  In questa stampa gli asini non si curano affatto delle cose sapienziali, che pestano e scalciano, ma si vede anche uno di loro che ha imparato misteriosamente a volare (e da qui, forse, è nata la massima "credere agli asini che volano", che ha dato origine al celeberrimo detto popolare, da prendere però, come stiamo intuendo, con il dovuto rispetto e riflessione - detto che è anche, non lo sapevo, sfociato in un motivetto cantato in un film di Stanlio e Ollio)

Durante il medioevo, infatti, si  svolgeva una singolare festa chiamata  asinaria o festa dei folli  (detta Fete des fous nei paesi francofoni, Feast of Fools in Inghilterra, ma conosciuta anche come Asinaria Festa, Festum Stultorum, Festum Fatuorum, Festum Follorum, Festum Subdiaconorum o Festum Baculi), originata forse da antiche commedie latine;  si teneva nelle cattedrali e chiese collegiate di Francia - e, meno frequentemente, in quelle di Fiandre, Inghilterra, Germania e Boemia - in uno dei giorni compresi fra il Natale e l'Epifania e in particolare a Capodanno [...]  un resoconto particolarmente illuminante descrive un'altra cerimonia di Beauvais che rappresenta la fuga in Egitto.  Una ragazza con in braccio un bambino veniva portata in processione in groppa a un asino dalla cattedrale alla chiesa di Santo Stefano.   L'asino veniva fatto entrare in chiesa e condotto sull'altare.   Durante la Messa, l'Introito, il Kyrie, il Gloria e il Credo terminavano tutti con un raglio e invece dell' "ite missa est", il celebrante doveva ragliare per tre volte ( "ter hinhannabit" ), al che i fedeli rispondevano ragliando! 
 


Giordano bruno parla di "Santa Asinità" nel suo "Cabala del Cavallo Pegaseo con l'Aggiunta dell'Asino Cillenico" , e , semplificando molto, addebita alla chiesa cattolica il discredito delle sue origini; e dice:
«Li nostri divi asini, privi del proprio sentimento ed affetto vegnono ad intendere non altrimente che come gli vien soffiato alle orecchie delle rivelazioni o degli dei, o dei vicarii loro; e per conseguenza a governarsi non secondo altra legge che di que’ medesimi. »  (dalla Cabala del Cavallo Pegaseo)
 
Giordano Bruno, che con i suoi eroici furori, la sua caparbietà e la sua estrema umanità (universalità) era davvero paragonabile all'amico Asino.
 


 
Quindi che dire? un animale tutto da scoprire quest'asinello, del quale anche michel de montaigne ebbe a  formulare un elogio dell'asino: "c'è forse qualcosa di più sicuro deciso sdegnoso contemplativo grave e serio  come l'asino?"


Veniamo adesso alle cose serie; l'alchimia, la dottrina della trasformazione. E l'asino, condensando tutte le sue caratteristiche e vicissitudini in una parola, fa scopa, evoca  un passaggio da eseguire, dovuto. Ma c'e' di più.  Come era normale supporre, il Cristo a cavallo di un somaro destò molta curiosità tra gli alchimisti cristiani.  C'erano peculiarità dell'animale, come abbiamo visto, e la "normale" simbologia che gli appartiene.  A ciò si potrebbe aggiungere il dato storico per cui gli asini erano numerosi in Giudea, proprio come lo sono ancor oggi in tutto il Medio Oriente. 
Inoltre l'asino, com’è noto, era la cavalcatura dei re in tempo di pace: Cristo entra pertanto in Sion come il re pacifico promesso dai profeti. Si tratta di affermazioni che tenderebbero a dimostrare come questo episodio non nasconda, a priori, alcun messaggio simbolico. Ciò equivale a fare i calcoli senza lo spirito creativo degli alchimisti...loro andarono ovviamente oltre. riuscendo in modo ineccepibile ed elegante a portare a casa un'altra bella analogia tra la Liturgia Cristiana e la Grande Opera.

Perché era necessario che un'asina portasse il Redentore? Il Vangelo secondo Matteo risponde con una notazione biblica all'enigma posto dalla cavalcatura del Cristo: "Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta: 'Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re viene a te, mite, seduto su un'asina, con un puledro figlio di bestia da soma'" (XXI, 4-5). In fin dei conti, l'episodio evangelico, ricollegato all'Antico Testamento, dimostra la preoccupazione di Matteo di inserire la missione del Cristo nella storia profetica di Israele.
Ma noi l'abbiamo intuito. Se per gli alchimisti in quel momento il Cristo non è ancora "la Pietra Trionfale" della Resurrezione, è tuttavia agevole definire il simbolismo particolare dell'asino, che evoca il soggetto grezzo della Grande Opera, la materia prima dei saggi.


Il segno di croce sulla loro colonna vertebrale è veramente (come visto sopra prima) ineludibile. L'alchimista può quindi concludere che la croce cosi disegnata evochi a un tempo il crogiuolo alchemico, la passione del Cristo ed il globo terrestre, che in alcuni trattati antichi simboleggia la materia prima della Grande Opera, che verrà "trasformata" nella "Pietra" perfetta.

Per tale motivo Eugène Canseliet non mancò di evocare l"Asino Incomparabile" delle fiabe di Perrault e di precisare: "Sicuramente è il medesimo animale che con la sua virtù portò alla Chiesa l'oro d'Arabia, l'incenso e la mirra di Saba", come proclama la prosa dell'Uffizio famoso, celebrato particolarmente, sino al XVII secolo, alla cattedrale Saint-Etienne di Beauvais:

Ecce magni auribus - Ecco con le grandi orecchie
Subjugali fìlius - il figlio sotto il giogo
Asinus egregius - L'asino eminente
Asinorum dominus - Il signore degli asini.


Un uffizio assai curioso, concepito dall'iniziato Pierre de Corbeil, arcivescovo di Sens, aveva luogo a Grenoble. La Vergine ed il Figlio portavano per le strade della città l'asino scelto per l'occasione, in un'evocazione della fuga in Egitto. Si trattava quindi di celebrare la Festa dell'asino. Giudichiamo
piuttosto dal testo degli inni:

Orientis partibus - Dalle contrade orientali
Advenù asinus -  Arriva l'asino
Pulcher et fortissimus - Bello e fortissimo.

 
Nel Mistero delle Cattedrali Fulcanelli mise l'accento sull'analogia segreta che esiste tra l'asino e san Cristoforo: entrambi portano il Cristo, che è per l'alchimista l'oro nascente. In un racconto di Nicandro di Colofone, ricco di insegnamento iniziatico, l'asino riceve dagli dèi la missione di portare agli uomini l'eterna giovinezza. 
 


 
Preso dalla sete, l'animale si ferma presso una sorgente custodita ferocemente da un serpente, che gli permette di bere a condizione che gli consegni il suo carico. 
 
 
L'asino accetta di consegnargli il segreto della giovinezza, lasciando agli uomini il peso dell'età e dell'inevitabile invecchiamento. Solo con questo lavoro interiore, con questa trasformazione,  potremmo generare quell'uomo  nuovo, il cui  modello  è il Cristo Signore, che cavalca l'asino alle porte di Gerusalemme (la cui etimologia è "Città della Pace") 


Dunque,proviamo a capire meglio. L'asino potrebbe essere quindi -simbolicamente parlando- la metafora impiegata per  indicare la materia prima, grezza, ciò che deve subire un graduale processo di trasformazione affinchè si possa 'levigare', ovvero portare ad un livello di conoscenza (coscienza) Superiore. In poche parole, l'asino è l'allegoria di un rivestimento per qualcosa che attende di essere portato in superficie, che giace nascosto come i minerali nelle viscere della terra, come la sapienza celata, come il nostro Fuoco interiore. Ricordiamo la favola 'Pelle d'Asino', penso, no? Allo stesso modo la nostra Pietra Filosofale, è celata nella materia prima grezza, chiamata con i nomi più degradanti che abbiamo visto parlando del linguaggio dell'Alchimia, solo apparentemente vile, ma che invece e' preziosissima, perchè in grado fare i lavori più umili e pesanti, come la Grande Opera.


Ecco quindi, che l’asinello con la Croce di Sant’Andrea è allegoria non solo della Passione di Cristo ma pure della Resurrezione, delle qualità che è necessario avere per la trasformazione interiore dell'uomo, la definitiva Vittoria sulla Morte. La Salvezza, La Redenzione.  La Rinascita a Vita Nuova. Quella Eterna, che non avrà mai fine.

Più cerco e più mi rendo conto che la letteratura sull'asino è sterminata. Io mi devo fermare quà. Ma ci ritorneremo. A presto.
 
Santa Domenica delle Palme e dell'Asino!

Fabio



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