sabato 10 dicembre 2022

Ermetismo Cristiano. Il Tempo dell'Avvento (seconda parte). Cercasi "Pietra Filosofale" disperatamente!

Nel corso del tempo di Avvento il fedele Cristiano si prepara a vivere pienamente la nascita del Cristo, fissata per la notte Santa di Natale, il 24 dicembre.

Questo periodo non è privo di richiami alla fase preparatoria di Giovanni Battista, che secondo i Vangeli affermò: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. lo non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: 'L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo'. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio" (Giovanni, I, 32-34).

Il Battista è certamente il personaggio più importante nel Tempo di Avvento, poiché con lui inizia "finalmente" il ciclo di compimento delle antiche profezie, in completa sintonia con l'evoluzione delle fasi alchemiche! L'alchimista che "disperatamente" cerca la sua "Pietra", inizia a intravedere qualcosa...... Cerchiamo di unire un pò di puntini.








Apprendiamo una prima cosa interessante: Giovanni battezza con l'acqua, Gesù con il fuoco. Ma questo argomento lo riprenderemo a Pasqua. Ritorniamo a San Giovanni Battista.

La venuta del Salvatore (non mi devo mai dimenticare di ricordare l'apparente dissonante e a tratti dissacrante parallelo: Cristo = Pietra Filosofale degli Alchimisti)  doveva essere infatti preparata. Occorreva che un uomo inviato da Dio precedesse il Cristo e ne annunciasse l'arrivo, affinché il popolo ebraico lo riconoscesse. L'eletto fu Giovanni Battista, il cui concepimento "sovrannaturale" ricorda quello di Gesù.

Quando i sacerdoti ed i leviti di Gerusalemme gli chiesero: "Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?" (Giovanni, I, 22), egli rispose, senza esitazione: "lo sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia" (Giovanni, I, 23).

Il "Folle di Dio", come viene chiamato il Battista, viene rappresentato vestito solo con una pelle di animale e una cintura di cuoio, nutrendosi di locuste e miele selvatico, e  sembra riflettere il simbolismo dell'alchimista. In questo passaggio abbiamo capito che: 1-la parola "folle" a volte vuol dire qualcosa di buono; 2 ma soprattutto, che la missione di Giovanni è folle sul serio, tanto che finisce clamorosamente  decapitato , per colpa di una giovane smorfiosa di nome Salomè, ma questa è un'altra storia...che ovviamente non manca di risvolti simbolici ermetici (non perdetevi, tra l'altro, la formella del Donatello, il Banchetto di Erode, pannello nel fonte battesimale del Battistero del Duomo di Siena, completamente restaurato)


   San Giovanni Battista nel deserto.
 

Nell'Ars Magna della Alchimia, similmente, i filosofi vengono rappresentati anche come "Uomini Selvaggi" (o "pazzi", appunto, perchè, allo stesso modo del Battista, si isolano e si pongono al di fuori delle norme e convenzioni che regolano la società.

L'uomo selvaggio della "casa dell’uomo dei boschi” - dimora alchemica del XV sec. a Thiers, pittoresca cittadina francese del Puy-de-Dôme.
 
"Quest'uomo semplice, dai capelli lunghi e spettinati, dalla barba incolta, quest'uomo che segue la natura, le cui conoscenze tradizionali lo portano a disprezzare la vanitosa frivolezza dei poveri pazzi che si credono saggi, domina dall'alto degli altri uomini, come domina il mucchio di pietre che calpesta con i suoi piedi. Egli è l'Illuminato, perché ha ricevuto la luce, l'illuminazione spirituale. Dietro una maschera d'indifferente serenità, egli conserva il suo mutismo e mette il suo segreto al riparo dalle vane curiosità, dall'attività sterile degli istrioni della commedia umana". Scrive Fulcanelli nel suo testo classico "Le Dimore Filosofali" sull'alchimista. E' impossibile non vedere in lui il San Giovanni Battista. 

Ed in un certo senso anche l'alchimista "grida nel deserto"! Dopo alcuni anni di assiduo lavoro, pur non beneficiando ancora della tanto agognata "Pietra", Sempre stoico,  paziente e mai sfiduciato, prosegue isuoi studi ed esperimenti di laboratorio, allontanandosi sempre di più dalle illusioni terrene al fine di dedicarsi esclusivamente e disperatamente alla ricerca del "Mercurio Filosofico",  (  "sostanza" è indispensabile per la "confezione" della "Pietra"  ) che talvolta chiama  "cervus fugitivus", cervo fuggitivo, ( che, stando ai testi classici, è particolarmente difficile da addomesticare ) consacrando così la sua vita alla Devota, mai arrogante( parlo degli Alchimisti autentici) ricerca dei segreti della natura.


L'unicorno cerca di afferrare il Cervo Fuggitivo - emblema alchemico
 
Ultima nota, diversa ma assonante, dal San Giovanni Battista della tradizione Cristiana, all'Alchimia, ai miti alpini, anche Massimo Centini (laureato in Antropologia Culturale), vede nell’Uomo Selvatico, nel "Signore dei Boschi",  un “personaggio chiave della pedagogia spicciola popolare, che però incarna, nei suoi semplici e in fondo prevedibili atteggiamenti, tutta quella sapienza che scaturisce dai modelli comportamentali di chi ha saputo creare una concreta simbiosi con l’ambiente circostante” (Centini M., 1989, p. 16), di chi si "è consacrato alla Natura". Guarda che combinazione!


 

Ecco che i simboli cambiano veste, cambiano nome,  ma rimangono analoghi nella loro essenza.
 

Ecco che la figura dell'Uomo Selvaggio appare come simbologia in diversi luoghi di culto cristiani (Duomo di Crema). 
 
Ecco che l'ermetico San Giovanni Battista di Leonardo lascia intravedere un cervo in lontananza, in attesa dell'arrivo di Gesù, puntato dal dito verso l'alto. 
 
Ecco che la Sibilla Cumea, intarsiata nel magnifico pavimento del Duomo di Siena, emblema di questo specifico passaggio dell'Opera, come il San Giovanni Battista, l'alchimista spezza le catene corporali, spezza le regole fisiche e sociali, per darsi allo spirito (il nodo che si scioglie sulla cinta della Sibilla)
La sibilla, come San Giovanni, è vestita in malo modo, ha i capelli lunghi e spettinati, come il selvaggio uomo dei boschi, che entra in meditazione nella natura selvaggia di se stesso per accedere alle altre dimensioni superiori. 
L'affanno, il muoversi affannoso della Sibilla, "alla ricerca della Pietra Perduta" (accennando la celebre pellicola di Indiana Jones) rappresenta il "Servo, o Cervo, fuggitivo", il tempo che scorre impietoso, il mercurio, lo spirito, che non si lascia prendere
 
Buona ricerca della "Pietra"!
 
 
Fabio
 
 
bibliografia:
La via dell'alchimia cristiana - Severin Batfroi
UN CARNEVALE ALPINO, IL LUPO DI CHIANALE- TESI DI LAUREA in Scienze dell’Educazione - Erika PARA - Anno 2000 - Università di Torino
il mito delluomo selvaggio -walter venchiarutti - gruppo antropologico cremasco
 
immagine di copertina:  Battesimo di Cristo - Dipinto di Piero della Francesca
 

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