Ermetismo Cristiano nel Duomo di Siena.
Quanto Siena sia stata
in passato, e forse anche adesso, una città universale di alta cultura, tradizioni, e valori, inclusivi, diversi ma integrati, sia
cattolici cristiani e ermetici, è ben sigillata nei suoi due
opposti colori del bianco e del nero, nella Balzana, nel Duomo ecc..
La
Siena del trecento esibisce importanti annunci umanistici molto prima
rispetto ai tradizionali indicatori primo quattrocenteschi.
Importantissima città cristiana, universitaria, internazionale dal un lato (leggi san
Bernardino, Santa Caterina, Papa Pio II), magica ed eretica dall'altro, (con quell'"ingombrante" figura di Ermete Trismegisto nel Duomo).
Gotica per definizione, Siena viene rivalutata di recente
anche per il suo "Rinascimento Senese", o meglio il "400 Senese", in
anticipo rispetto ai tempi, a tutto tondo, coerente con una storia
imponente, con una cultura articolata, variegata, quale quella che andò
profilandosi già nel trecento e nel quattrocento, e che nel primo 500
trovò la sua più matura espressione...
Una città corporale e animica, centro del mondo e universale ad un tempo.
Una completezza totalizzante... da conoscere, amare e celebrare.
E
allora raccontiamo alcuni frammenti della Siena Cristiana, Alchemica e
scosciuta, seguendo il filo del calendario liturgico cristiano.
IL TEMPO DELL'AVVENTO (prima parte)
Il
ciclo del Natale inizia con il tempo dell'Avvento, dal latino
"adventus", venuta, e costituisce in particolare il periodo di attesa
nel corso del quale la cristianità, nutrita dalla speranza che
conferisce la fede, medita l'insegnamento dei Profeti.
Il Tempo
dell'Avvento è Un periodo di studio e di meditazione, sebbene possa
essere accostato all'elaborazione fisica della "pietra filosofale",
nelle sue fasi preliminari. Meditiamo un attimo sulle prime
fasi dell'opera! In attesa del ritorno della Luce!.
Passiamo quindi in rassegna la sequenza delle Sibille della Navata Nord
del Duomo di Siena e notiamo una certa assonanza con i fatti narrati
nel Libro del Profeta Elia, [Statua di Giovanni Pisano, proveniente dalla facciata del Duomo di Siena e ora conservata nel Museo dell'Opera Metropolitana] che annunciò con
precisione la venuta del Salvatore: "Un germoglio spunterà dal tronco di
lesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo
spirito del Signore" (Isaia, 11).
Tra l'altro, lo stemma
dell'accademia dei Rozzi, no?
La sibilla Libica, prima sibilla del lato Nord, unica dal colorito scuro, sembra indicarci anchessa il germoglio, stretto tra i serpenti, non trovate?
Quanto alle persone empie, quelle che non vivono nella parola di Dio, I guai arriveranno! Continua Isaia: <<Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro; perché volete ancora essere colpiti, accumulando ribellioni? La testa è tutta malata, tutto il cuore langue.>>(Isaia, 1)
Il simbolo dei "colpi" è un archetipo importante, dato che i due cartigli della Sibilla libica recitano, in discreta assonanza: «Verrà tra mani ingiuste. Con mani impure daranno frustate a Dio. Miserabile e ignominioso infonderà speranza al miserabile» e «Prendendo schiaffi tacerà. Offrirà ai colpi la schiena innocente»
Si preannuncia una non semplice missione, e si rende quindi necessario avere il supporto ed la continua benedizione della Natura,
intima "sorella" di Dio, come sempre esplicata nei suoi due "naturali opposti", il cielo e la
terra, l'asinello e il bue, ed ecco che Isaia lo conferma:
<<Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: «Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il proprietario e l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende>>(Isaia, 1)
Tra l'altro, sembra proprio che i due iconici animali del nostro beneamato presepe abbiano una origine ben più antica.
Nell'amore
potente di Dio e nella preghiera fervente, sarà possibile quindi
ricongiungere i popoli diversi, riappacificare le diversità. Lo certifica anche Isaia, con un
primo accenno all'imminente giudizio di Dio: <<"Alla fine dei
giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e
s’innalzerà sopra i colli e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo
camminare per i suoi sentieri. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro
fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle
loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro
un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di
Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore. " >>(Isaia 2)
Quasi candidamente, la successiva sibilla Ellespontica, con la pace tra Lupa e Leone,
(quasi a riportare alla mente l'archetipo del Bue e dell'Asinello) ci esorta infatti a riflettere sulla Pace, la Pacificazione tra i
popoli.
In
una seconda visione, Isaia evoca ancora la venuta del Messia e la
conversione degli Egiziani: <<"Quando, di fronte agli avversari,
invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li
difenderà e li libererà" (Isaia, 19). Successivamente, il visionario
Profeta Isaia, preciserà il senso delle parole precedenti: "Dite agli
smarriti di cuore: 'Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la
vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarci'" (Isaia, 35).
Il giudizio di Dio, e' esplicato perfettamente nella successiva
Sibilla Frigia, che, nel suo cartiglio, non manca di farci
riflettere: "La tromba emetterà dal cielo un
suono funereo. La terra aprendosi farà scorgere il caos tartareo. Tutti i
re compariranno innanzi al tribunale di Dio. Dio stesso giudicando
contemporaneamente i pii e gli empi, solo allora getterà gli empi nel
fuoco delle tenebre. Coloro che invece conserveranno la rettitudine,
vivranno di nuovo".
Dio è il Sovrano su tutto l'universo! Il mondo è piccolo per Lui, per quanto Egli è immenso e potente. Gli uomini sono un nulla per Lui. Tutti i cieli, così vasti ed immensi per noi, sono un nulla per lui.
Siamo sulla Buona Strada, ma se ci dovessimo allontanare di nuovo, c'e' una "tirata d'orecchie". Anche in Isaia, Dio ci riprende, perché avremmo dovuto già sapere chi è Dio. Questi Giudei sapevano chi è Dio, eppure, come fossero un pò stolti, vivevano come se non lo sapessero. Vivevano ignorando la verità di chi è Dio, e della sua cura per loro.
“ma non lo sapete, non l’avete udito? non vi è stato annunciato fin dal principio? non avete compreso dalle fondamenta della terra? egli è colui che sta assiso sul globo della terra, i cui abitanti sono come cavallette; egli distende i cieli come un velo e li dispiega come una tenda in cui abitarvi.” (Isaia, 40 )
E la successiva Sibilla Samia, puntuale, ci risponde, attraverso il suo cartiglio, in modo quantomeno "consono":
«Poiché tu, stolta giudea, non hai riconosciuto il tuo Dio, risplendente
nelle menti degli uomini. Ma lo hai coronato di spine e hai versato per
lui del fiele amarissimo»
Uno dei passi più sorprendenti del libro di Isaia
fu considerato dagli alchimisti come un arcano fondamentale della Grande
Opera, al quale si ricollegano la nascita sovrannaturale del Cristo e
l'elaborazione della pietra filosofale: << Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. >>(Isaia, 45)
Queste parole rimandano a uno dei bassorilievi della cattedrale di Amiens, decifrati da Fulcanelli nel Mistero delle Cattedrali, sul quale "un Adepto contempla il flusso di rugiada celeste che cade su di una massa informe, scambiata da molti autori per un vello'". Per alcuni alchimisti il simbolismo qui posto in evidenza è quello della cattura, mediante la Calamita dei Saggi, dello Spirito Universale.
La successiva Sibilla Tiburtina, nel suo cartiglio, sembra ancora una volta, accennare, in completa assonanza e "momentum", la giusta strada: «Cristo nascerà a Betlemme e sarà annunciato a Nazareth, sotto il regno del toro pacifico fautore della pace. O madre felice i cui seni lo allatteranno»
La parola del Profeta Isaia è importante ed è
stata spesso citata da coloro che vollero vedere nel Cristo
l'incarnazione di Dio sulla Terra. Si può considerare che questa venuta
segua il giudizio finale e che si attui su un piano ben diverso da
quello del nostro universo materiale. La seguente
citazione ne è un eccellente esempio: "Ecco, il Signore Dio viene con
potenza, con il braccio egli detiene il dominio. Ecco, egli ha con sé il
premio e i suoi trofei lo precedono. Come un pastore egli fa pascolare
il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e
conduce pian piano le pecore madri" (Isaia, 40).
Intuite quando
era dotto il cavaliere di Malta Alberto Aringhieri, operaio del Duomo
dal 1480 al 1505, colui che ha ingegniato il pavimento che tutti ci
invidiano?
a presto
Fabio
Fonti:
giardini di thot
La via dell'alchimia cristiana
la sacra bibbia, libro di Isaia
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